Raul Bove mi piace 2769 giorni fa
Len Bias, star americana della pallacanestro, era morto per overdose di cocaina da appena 24 ore quando gli spacciatori offrivano per le strade un nuovo tipo di merce: la cocaina Len Bias la chiamavano, sfruttando perfino la morte pur d'incrementare le vendite.
Questa droga miliardaria è responsabile di migliaia di esistenze rovinate, di problemi medici che vanno dalle malattie cardiache e polmonari ai disturbi genetici ed a gravi forme di psicosi, di innumerevoli morti. Decontraendo le principali molle dell'istinto di sopravvivenza nel cervello, la cocaina inganna la mente, facendole credere che non vi sianessun pericolo.
Benchè la situazione vada peggiorando, nuove importanti scoperte sulle reazioni chimiche elaborate dal cervello fanno comunque intravedere la possibilità di curare la dipendenza da cocaina, e forse anche altri gruppi di droga.
Quante volte dottori si sono sentiti dire:- dottore, ce la metto tutta , ma proprio non riesco a smettere -. E' stato tentato con gruppi di autoassistenza, coi terapisti, si erano fatti ricoverare in ospedale: tutto inutile.
Tempi addietro la cocaina era ancora considerata capace di causare dipendenza psicologica, ma non fisica. Si pensava che l'unica cura possibile fosse la psicoterapia.
Tentativi vari non diedero nessun risultato finchè ad un dottore non gli capitò un paziente che una mattina gli disse:- dottore questa mattina un amico mi ha offerto una sniffata, e la cosa non mi ha fatto ne caldo ne freddo. Mi sono limitato a guardare la roba e basta -.
A quel paziente era stata somministrata desipramina, un farmaco appartenete alla famiglia degli antidepressivi che in genere veniva prescritto ai bambini iperattivi.
L'esperimento è stato ripetuto con molti altri cocainomani, e merito di quel farmaco, molti smisero e molti ridussero di molto le quantità assunte.
Studiata a fondo è stato dimostrato che la cocaina dava di fatto una dipendenza fisica più di qualsiasi altra droga in circolazione.
L'uso di cocaina provoca squilibri chimici nel cervello, colpendo tre importanti neurotrasmettitori: la dopamina, laseratonina e la norepinefrina. Da questi neurotrasmettitori dipendono gli stati depressivi.
Furono fatti studi su cavie drogate con cocaina, e si fecero scoperte che sbalordirono: i centri del piacere nel cervello di un ratto diventano meno sensibili dopo un uso cronico di questa droga.
Il neurotrasmettitore che provoca la sensazione di piacere è la dopamina. Se iperstimolato dalla cocaina, il sistema della dopamina perde vigore. Col tempo i cocainomani dall'uso di questa droga ottenevano solo depressione, e non più piacere.
Molti cocainomani accusavano sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson: tremori, lentezza dei movimenti volontari,rigidità e depressione.
La cocaina agisce come due droghe in una. L'uso a breve termine acutizza il piacere; l'uso a lungo termine lo diminuisce anzi porta alla depressione.
Ecco spiegata la ragione del disperato bisogno di droga: i recettori richiedono altra dopamina, che è stata espulsa dall'organismo perchè in eccesso provocato dall'alto uso di cocaina, per cui il cocainomane richiede sempre droga per non cadere nella depressione più tetra.
Fu anche riscontrato una stretto legame tra gli effetti della cocaina ed il morbo di Parkinson, tanto che dalla conoscenza di quest'ultimo sono risultati dati positivi per la cura dei cocainomani.
Il grosso pericolo è convincersi di essere definitivamente guariti. Basta riprovarci una volta, una sola, per trovarsi di nuovo nell'inferno mentale.
I farmaci rappresentano una grande svolta nella cura delle tossicodipendenze, trovando il modo di ripristinare l'equilibrio cerebrale.
Ricordarsi, però, che non esistono cure facili.
La cosa migliore è non provarci per essere sicuri di evitare l'inferno cerebrale.
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