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Trovare un partner dopo i 40 - parte 3 - un nuovo matrimonio

LE REAZIONI AL FALLIMENTO DELL’UNIONE – LE PROBABILITA’ DI UN NUOVO MATRIMONIO

La necessità di ricostruire un nuovo nucleo familiare, di trovare una persona che sia protettiva, che provveda alla propria compagna e che sia affidabile sotto ogni profilo, fa sì che al termine dell’unione, e allorché si giunga al momento di dire addio, la donna peraltro normalmente più sensibile a questo genere di eventi, mostra un atteggiamento più sofferto di fronte alla cessazione di una relazione importante, sia che questa derivi da sè stessa, sia che derivi dall’abbandono da parte del partner.
In realtà poiché quando un rapporto termina, in genere sussiste sempre un altro o un’altra, la situazione è ben diversa, allorché il fallimento dell’unione derivi dalla volontà di interrompere il rapporto da parte della donna, la quale normalmente lo fa, giunge a questo passo dopo aver instaurato una nuova relazione sostitutiva, ovvero in quei casi (numerosi) in cui è l’uomo che interrompe il rapporto per un’altra compagna.
Si tratta di un impulso biologico insopprimibile che fa parte dell’istinto di conservazione.
D’altra parte ritornare da sola dopo aver fatto l’abitudine di numerosi anni ad un rapporto di coppia, la scomparsa della persona su cui si fondavano le proprie speranze e dalla quale ci si sentiva protetta e curata, costituisce un trauma rilevante.
La perdita di un compagno con cui si era abituati a confidarsi e con il quale si condividevano ogni momento negativo o positivo della vita, la mancanza di un rapporto fisico, la mancanza di una persona sulla quale si contava, crea un senso di smarrimento, divenire soli rispetto ad un rapporto a due, crea dunque una insicurezza ed un vuoto, ai quali va aggiunto anche la paura di rimanere sola e cioè della solitudine futura.
In realtà va considerata la situazione in maniera oggettiva.
La mancanza di un compagno, significa che bisognerà trascorrere qualche tempo in questa condizione, ma non sussiste in realtà alcunché di traumatico o di veramente serio, dal momento che nulla vieta di frequentare altre persone, amici, conoscenti, ecc.
Altra versione standard è quella di riesaminare in modo ossessivo i propri comportamenti dove si è sbagliato, anche se in realtà non vi è nessun errore e non vi è nulla da imputare, a rimproveri a sé stessa per i comportamenti che si sarebbero dovuti tenere e non si sono tenuti, alle recriminazioni sulla colpa del fallimento dell’unione, facendo riferimento a piccoli episodi (la mancata cura del corpo, eventuali offese, noia, e così via).
In realtà se si esaminano i libri di psicologia, si evince che non ha senso rintracciare i motivi per i quali l’unione è fallita, ciò che è importante è dare atto che ciò è avvenuto, ciò che è importante è dare atto oggettivamente che ciò è avvenuto e che è inutile tentare riavvicinamenti.
Come ben sanno i legali, quasi mai un rapporto che si è interrotto, ha serie probabilità di essere recuperato.
Ovvero numerosissimi sono i casi di coniugi separati che poi intrattengono nuove relazioni successivamente, ma nessuna di queste finisce per ricostituire una unione legale come era in precedenza.
Il che è come dire che una volta che la campana è rotta non è più riparabile, non tornerà più come prima.
Continuare a tentare di ricostituire il rapporto, significa soltanto pregiudicarsi ogni prospettiva di conoscere altre persone e avere nuove possibilità, impiegando il proprio tempo in sterili tentativi di riavvicinamento.
Dopo le sensazioni iniziali, muta anche il comportamento nei confronti dell’altro sesso, si passa da considerazioni del genere “non voglio essere più coinvolta in relazioni sentimentali”, “non voglio più lasciarmi andare”, “non voglio più soffrire”, “perdo solo il mio tempo, attiro solo soggetti inaffidabili” e quindi si crea un irrigidimento nei confronti di eventuali nuove relazioni.
Sempre esaminando i libri di psicologia sul tema si evince che un altro motivo per cui la donna lasciata decida di rimanere sola, è giustificata in cuor proprio dalla speranza che l’ex compagno ritorni ripensandoci, ipotesi assolutamente irrealizzabile e priva di fondamento.
L’altro atteggiamento, esattamente opposto, è la reazione all’interruzione del rapporto sentimentale, iniziando ad avere una serie di avventure in modo ripetitivo, più o meno come fanno molti uomini, i quali non hanno nessuna intenzione di impegnarsi.
Questo modo di reagire, cioè la ricerca continua di un partner, uno dopo l’altro, deriva in realtà da una insicurezza di fondo, cioè dal desiderio di dimostrare a sé stessa di essere ancora capace di attrarre eventuali compagni.
A parte che si tratta di una prova inutile perché qualsiasi donna è in grado di attrarre qualsiasi uomo, una simile scelta, e cioè il continuo dar luogo alle relazioni occasionali, finisce in realtà per creare solo un ulteriore malessere.
Ciò deriva da una programmazione naturale della donna che tende ad avere un rapporto stabile ed una famiglia, e salvi rari casi di ragazze che abbiano la tendenza ad avere storie senza importanza, in realtà si tratta di uno stravolgimento del proprio carattere.
Sussistendo di fatto una forzatura rispetto il proprio istinto che poi in realtà può anche produrre effetti negativi.
Mentre nell’uomo le continue relazioni hanno un significato di “gioco”, nella donna la mancanza di un punto fermo sentimentale, a parte i rischi fisici di unioni sempre con persone diverse, finisce per amplificare il senso di fallimento della propria vita sentimentale.
Infatti esaurito il periodo della vendetta, rispetto all’altra partner, vivendo delle futili avventure, si finisce con il sentirsi ancora più soli e storditi, e ciò senza contare le problematiche connesse con un numero elevato di rapporti, laddove al di là dei problemi e dei rischi fisici, ci si rende conto che un numero di esperienze continuative abbiano come unico scopo quello di non pensare di essere rimasti soli e senza contare ancora il rischio di incontrare persone disturbate psicologicamente e che possano creare problemi sul piano personale.
Sempre nell’ambito dell’insicurezza e della paura di rimanere sola, va annoverato la caduta in stati depressivi, ed i tentativi di raschiare in fondo ai barili, come quello di cercare di ricontattare i precedenti compagni, fidanzati e simili.
A parte questi aspetti personali e psicologici, se si esaminano le statistiche dell’Istat italiane, (che comunque sono simili a quelle di tutti i paesi industrialmente evoluti) è vero che qualunque donna è capace di attrarre qualunque uomo sensibile anche sul piano fisico, tuttavia la possibilità di trovare una persona affidabile al di sopra dei 32 anni diventa estremamente difficoltoso, e quindi va accettata l’idea di rapporti sentimentali con soggetti non totalmente soddisfacenti, ma senza possibilità di poter instaurare un rapporto stabile.
Secondo le statistiche infatti, se il numero delle separazioni e divorzi è in costante aumento, ed anche dei secondi matrimoni in una percentuale di circa il 10% delle nozze, tuttavia le probabilità di incontrare un nuovo principe azzurro e di poterlo sposare sono scarse.
Gli uomini al secondo matrimonio hanno in media 47 anni se sono divorziati e 58 anni se sono vedovi, le donne invece si sposano in media a 41 anni se sono divorziate o 47 se sono vedove.
La tipologia più frequente nei secondi matrimoni è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile è il 4,2% dei matrimoni, mentre il caso opposto in cui è la sposa ad essere divorziata e lo sposo celibe e soltanto il 3,4% .
I dati delle indagini multi scopo Istat (famiglie e soggetti sociali), mostra che fra le donne separate, il 24% ha dato luogo ad una seconda relazione, ma per ciò che riguarda l’unione stabile la situazione è molto diversa.
Infatti dopo un periodo di convivenza, solo il 9% delle donne separate riesce a passare ad un secondo matrimonio, il che, come si vede dall’esperienza sul campo, significa che il residuo 91% si deve accontentare di relazioni saltuarie o al massimo di convivenza.
In realtà va anche aggiunto che la percentuale di donne che danno luogo ad una nuova unione matrimoniale o di convivenza stabile, dopo lo scioglimento del primo matrimonio, dipendono da molte variabili, tra cui l’età della separazione.
Infatti in quel 9% delle donne che si risposano vanno annoverate quelle più giovani, ovvero quelle che si separano quando hanno meno di 24 anni.
Le donne che si separano in età più avanzata molto più difficilmente entrano in una seconda unione, talché delle donne giunte ad un secondo matrimonio, in realtà sono rinvenibili soltanto quelle che si sono separate prima dei trent’anni.
Ciò deriva dalla semplice constatazione sotto gli occhi di tutti che prima dei trenta anni le coppie non si sono ancora stabilizzate e quindi sul mercato vi sono ancora numerosi maschi affidabili, essendo facile scartare quelli poco appetibili.
Di contro le donne che si separano dopo i 40 anni hanno soltanto il 10% di probabilità di dar luogo, non tanto ad un matrimonio, ma neanche ad una unione abbastanza sicura e stabile.
Le curve statistiche dimostrano che dopo 15 anni dalla separazione di fatto, il 70% delle donne del nord Italia è ancora single, mentre il 30% è formato da nuove unioni, seppure non particolarmente stabili, mentre al sud ed al centro l’85% è ancora single e quindi le nuove unioni sono ridotte al 15%.
Questi dati confermano quanto detto e cioè che una donna per essere disponibile ad una unione stabile, o ad un nuovo matrimonio, ha necessità di rinvenire un uomo con tutte le caratteristiche adatte, di affidabilità, di solidità economica, di carattere affettuoso, disponibile e simili.
Tutti tali soggetti in genere sono già stati coinvolti in precedenti nozze prima dei 32 anni.
Di contro per gli uomini separati non vi è alcuna difficoltà, in quanto essi non hanno né bisogno di sentirsi protetti, né sentono lo stimolo di una nuova famiglia, e quindi sostanzialmente qualunque donna disponibile può essere appetibile.

LA RICERCA DEL PARTNER TRAMITE INTERNET

Senza dubbio l’uso della rete per allacciare relazioni è divenuto di uso comune, anche se ben diverso è il normale utilizzo da parte dei giovani, rispetto le ore passate davanti allo schermo da parte di soggetti maturi.
E’ comunque un dato oggettivo che i primi sintomi di un malessere nella coppia, sono dati dal comportamento di chi passa la notte a “chattare” in cerca di relazioni e contatti con l’altro sesso.
Né d’altra parte va sottaciuto che internet ha esteso la possibilità di creare relazioni prima scaturenti solo dalla partecipazione fisica e diretta, e ciò in modo esponenziale.
Praticamente ciascun utente ha acquisito la possibilità, prima del tutto inesistente, di iniziare con estrema facilità, relazioni con un numero indeterminato di soggetti.
Per molti tale possibilità è sfociata in una e vera propria sindrome psicologica, con motivazioni generalmente diverse tra gli uomini e le donne.
Mentre queste ultime cercano normalmente un compagno di vita, effettuando una ricerca sistematica, l’uno dopo l’altro, nel tentativo di trovare l’anima gemella, gli uomini (in età non più adolescenziale), viceversa tramite la rete ricercano compagne anche occasionali, mantenendo contemporaneamente, e non infrequentemente, più relazioni in essere.
Ovviamente l’anonimato di internet, fa sì che quanto dichiarato dai potenziali partner non è detto che sia veritiero, talché poi gli incontri di persona, spesso, sono anche deludenti, in alcuni casi anche pericolosi, laddove in rete c’è sempre un’alta percentuale di soggetti mentalmente disturbati.
Tant’è che la cronaca nera è piena di relazioni iniziate tramite internet e finite malissimo.
E’ vero senza dubbio che molte relazioni (e si fa riferimento non solo a quelle sentimentali ma anche semplicemente di amicizia fra persone dello stesso sesso) sono iniziate proprio tramite l’utilizzo della rete, ed i vari siti che propongono amicizia, rapporti sentimentali, incontri e simili, hanno un successo rilevante, tant’è che secondo una inchiesta dell’Università di Zurigo, circa il 20% dei contatti tramite Internet si trasforma in un’amicizia, anche se nel residuo 80% si annidano storie sgradevoli ed anche situazioni con gravi strascichi giudiziari.
Seppur è vero che con la nuova normativa sullo stalking (legge n. 38/09), si è intervenuto in modo efficace (il Ministero indica per il primo anno di applicazione della legge 1216 arresti, oltre 7000 denunce ed un aumento del 25% delle richieste di aiuto nei centri antiviolenza dello Stato), tuttavia, riuscire a distaccarsi da uno squilibrato, incontrato su internet, può divenire molto difficile, rovinando la propria serenità per lunghi periodi, imponendo interventi giudiziari tempestivi ed adeguati.
Se dunque l’utilizzo di internet ha permesso il collegamento istantaneo mondiale di tutti gli utenti con meriti rilevantissimi, come il fatto di poter valutare opinioni diverse anche in regime dittatoriale, dall’altro vi p da dire che ha inferto un colpo mortale ai matrimoni.
Secondo l’associazione più importante degli avvocati matrimonialisti americani, la principale motivazione di una rottura sentimentale deriva da “Facebook” sotto due aspetti, da un lato in quanto permette di conoscere potenziali partners e dall’altro perché costituisce prova decisiva nei processi divorzili, allorché la parte lesa porta il computer in Tribunale, mostrando le prove del tradimento e dell’infedeltà.
Né va dimenticato sotto questo profilo che i computers, in realtà anche se apparentemente cancellano i collegamenti, esaminati da un esperto conservano sempre traccia di tutto quello che viene fatto.
E’ un fatto comunque che in America le pagine di facebook vengono sempre più utilizzati come fonte di prova e sostituiscono i vecchi “sms” o le tracce sulla giacca, o sulla camicia, di rossetto.
Due terzi degli avvocati americani hanno affermato che facebook è la fonte primaria di prova a carico della parte colpevole nei procedimenti divorzili, accanto a “My Space” con il 14% e da “Twitter” con il 5%.
Caso classico, statisticamente, è il ritrovamento di vecchi partner e/o di amicizie, allorché gli interessati siano disponibili sotto il profilo sentimentale ed il collegamento tramite internet costituisce l’inizio di un rapporto.
Tra l’altro sempre più spesso vengono utilizzate sempre secondo l’associazione dei matrimonialisti americani, le dichiarazioni, le foto ed ogni altro elemento che l’interessato lascia su facebook o similari, come foto, dichiarazioni, affermazioni e simili, tanto più che circolano frequentemente numerosi programmi che permettono di violare la privacy del computer di una persona, accedendo anche alle informazioni che l’interessato ritiene erroneamente riservate o private.
Tanto più che sono facilmente rinvenibili in commercio o anche su internet, numerosi programmi finalizzati apparentemente a recuperare i dati cancellati erroneamente, ma che in realtà servono egregiamente per ricostruire tutto quello che c’è nel computer a distanza di vari anni.
E’ un fatto tuttavia che sempre più soggetti appena tornati a casa dal lavoro, o anche sul lavoro, la prima cosa che fanno è accendere il computer o collegare facebook o similari.
Tant’è che per alcuni è diventato proprio un atteggiamento compulsivo-ossessivo, che finisce con il diventare l’impegno principale della propria esistenza.
Una simpatica trasmissione ha evidenziato il caso di un commesso di un negozio, che aveva basato ormai tutta la propria attività e l’interesse sull’utilizzo di facebook, accendendolo in ogni momento possibile e mantenendo innumerevoli relazioni sentimentali contemporaneamente, regolamentate sul computer con delle caratteristiche di ciascun partner, appuntamenti, preferenze, ecc., fatto che ovviamente aveva portato al decadimento di ogni altro interesse e quindi al fallimento dell’unione coniugale precedente e alla cancellazione di ogni altro interesse e/o hobbies.
Statisticamente è frequentissimo l’incontro virtuale con gli ex fidanzati o corteggiatori, e si è arrivati in Inghilterra fino al primo divorzio pronunciato per un tradimento virtuale, laddove la donna inglese che ha ottenuto il divorzio si era accorta che il marito aveva una relazione su “Second life” sia pure con una donna virtuale ed ha deciso di chiedere la separazione al Tribunale.
Ovviamente l’anonimato e l’inesistenza di controlli, fanno si che possano essere posti in essere facilmente inganni, o peggio, vere e proprie truffe.
Sempre in Inghilterra, un trentanovenne di Liverpool, aveva iniziato una relazione sentimentale extra coniugale con una donna, indicatasi come “Emma” fino a che egli aveva deciso di incontrarsi per avere un rapporto dal vivo.
Dopo aver fatto un viaggio di quasi mille chilometri, si accorgeva che la “Emma” che amava, non solo non esisteva ma al suo posto vi erano due ragazzi che avevano ripreso con la telecamera l’incontro, mettendo in video tutto ciò che era successo, rendendo pubblici i comportamenti tutte le comunicazioni, e tutte le email trasmesse incautamente.
A parte i soggetti con seri problemi psichiatrici, che ovviamente non risultano dal collegamento virtuale e che emergono poi dopo vari incontri con relativi rischi, vi sono anche vere e proprie truffe come quella posta in essere da un’azienda di incontri matrimoniali che permetteva il pagamento tramite internet e che inviava falsamente lettere di amore e corteggiamento a svariate donne per mantenere il collegamento al sito e quindi incassare il relativo danaro.
E’ un fatto che la rete sia piena di donne in cerca di compagni, con i quali ricostituire una famiglia, e di uomini che viceversa cercano distrazioni senza tuttavia impegnarsi.
Ovviamente entrambi danno una versione di se stessi del tutto diversa da quella reale.
Ad ogni modo nelle aule dei Tribunali, tutto il materiale risultante dal computer e che può essere ripescato a distanza di anni, con appositi programmi, quali messaggi, video, fotografie, dichiarazioni e simili, costituiscono piena prova ai fini dell’addebito della separazione, addebito che in Italia comporta la perdita del diritto al mantenimento, ove il soggetto interessato ne avesse diritto, ai sensi dell’art. 156, I° comma del Codice Civile.
Statisticamente se i siti tipo Facebook, Twitter e simili, possono essere considerati responsabili del fallimento di unioni matrimoniali o di convivenza consolidate, va detto anche che nell’area di internet, i rapporti tramite tastiera, hanno cambiato drasticamente il modo di coltivare i rapporti umani.
Anche perché il fatto di dialogare tramite una tastiera con un soggetto che apparentemente non si conosce, da un lato appare estremamente intrigante, e dall’altro permette di meditare sulle risposte e sulle comunicazioni, evitando quello che è la caratteristica del rapporto diretto, e cioè di comprendere immediatamente la personalità dell’altro laddove le comunicazioni non vengano mediate dalla tastiera, in un tempo di risposta ragionato, ma sono istintive.
Ovviamente tutti quanti nelle comunicazioni, nel mostrare il proprio profilo e nell’evidenziare le proprie caratteristiche (sono innumerevoli i casi di donne che inviano foto giovanili, o addirittura di un’amica) tendono, come è naturale, a mostrare solo i propri lati favorevoli, ovviamente nascondendo accuratamente tutti quelli negativi, sia fisici che psicologici e comportamentali.
Quindi se facebook viene insignito dell’etichetta di “rovina famiglie”, tuttavia va evidenziato come molto raramente le unioni sentimentali iniziate in rete, hanno un esito positivo, se il bersaglio è quello di instaurare un rapporto stabile e creare una famiglia.
Se viceversa il target è soltanto quello di aumentare le proprie amicizie e di rapporti senza alcuna presa di continuità, internet si presta benissimo, pur con le dovute cautele.
Ad ogni modo, è un dato di fatto che internet abbia cambiato il mondo e la vita di ciascuno passa attraverso la rete.
Basta effettuare una ricerca sui dati statistici per rilevare che il 96% dei soggetti al di sotto dei trent’anni è iscritto ad un social network e sono diventati di fatto un punto di riferimento per le nuove generazioni. Basti dire che statisticamente tali siti hanno superato come visite, quelli pornografici con cifre inimmaginabili.
Youtube per esempio fornisce oltre due miliardi di possibili video giornalmente.
Viene da chiedersi se i Social Network, siano in effetti la causa della fine di una relazione, o siano soltanto il completamento di situazioni già compromesse.
Vi è da rilevare sotto questo profilo, che dal punto di vista statistico, certamente l’utilizzo di tali mezzi per iniziare nuovi rapporti riguarda coppie già in crisi, tuttavia non va negato che anche in situazioni di benessere, e cioè in rapporti di coppia che funzionino, la curiosità di mettersi alla prova e di dimostrare che si è ancora capace di sedurre è uno stimolo a ricercare persone che siano interessate ad un dialogo oppure alla conoscenza.
In realtà la curiosità di effettuare nuove conoscenze in modo estremamente semplice da casa o dall’ufficio non può che attirare, atteso che nei ritmi attuali, il lavoro lascia sempre meno tempo agli hobbies, alla frequentazione degli altri e simili, e quindi l’utilizzo di social network e cioè di mezzi che permettono di estendere le proprie amicizie senza problematiche ed in poco tempo, e soprattutto senza la necessità di muoversi, costituiscono inizialmente uno svago e poi possono indubbiamente dar luogo alla scintilla che provoca il fallimento dell’unione.
E’ un fatto tuttavia, che tutti i rapporti iniziati mediante i social network statisticamente sono di breve o brevissima durata e comunque sono molto rari i casi di coppie che riescono ad instaurare con un incontro tramite facebook o similari, un rapporto continuativo o giungere addirittura al matrimonio.

UNA NUOVA RELAZIONE DOPO LA SEPARAZIONE 

Ovviamente non ci interessa in questa sede esaminare le metodiche di approccio, bensì vogliamo esaminare al questione sotto il profilo squisitamente statistico.
Apparentemente, tenuto conto che gli uomini sono sensibili alla disponibilità femminile, rivalutata la popolazione mondiale in circa sette miliardi persone, scartando i troppo giovani ed i troppo anziani, sussiste un numero di possibilità dell’ordine di circa due miliardi di individui di sesso maschile.
L’interesse dell’argomento emerge semplicemente anche da un esame dei siti presenti in rete, laddove alle parole “come trovare un marito” su google, emergono circa 5.030.000 risultati!
Esaminando invece la questione più in concreto, sotto il profilo sociale e statistico, è da considerare che attuamente, (si esaminino i diagrammi precedenti) falliscono ogni anno , quasi la metà dei matrimoni contratti, e quindi ogni anno vi sono “sul mercato” circa 100.000 uomini e 100.000 donne separati, (negli anni precedenti il numero era più alto, tenuto conto del calo rilevante attuale dei matrimoni in Italia)
A questi vanno aggiunti circa ulteriori 120.000 maschi e femmine, che provengono dal fallimento dei rapporti di convivenza more uxorio.
Poiché le coppie si formano statisticamente secondo l’Istat intorno ai trent’anni, e le separazioni vengano pronunciate mediamente dai 35 anni di età in poi, è evidente che, la possibilità per una donna separata di trovare un partner può riguardare solo tre categorie:
I soggetti ancora celibi o senza relazioni stabili;
I soggetti che provengono da una precedente separazione o dal fallimento dell’unione;
I soggetti già sposati;
I soggetti vedovi.

Sotto il primo profilo, gli uomini che non abbiano instaurato rapporti sentimentali stabili ad oltre 40 anni di età, fanno ipotizzare problematiche di carattere psicologico o fisico o quantomeno che non siano disposti ad un rapporto stabile e quindi non sembrano da prendere in considerazione.
Quanto al secondo gruppo, il più numeroso, (stimabile in Italia, in età non eccessivamente avanzata, in circa 2.000.000 di maschi) sono apparentemente i destinatari naturali della ricerca, stante lo stato libero in età matura.
Va però tenuto conto che costoro in realtà, provenienti già da un fallimento dell’unione, (coloro che hano più separazioni alle spalle sono quasi sempre i più inaffidabili), sono in realtà già stati scartati da altre donne, e quindi indubbiamente presentano delle problematiche evidenziate in un altro pregresso rapporto.
Tuttavia, dall’esperienza professionale, si nota che, non sempre le nuove relazioni con uomini separati sono destinate al fallimento.
Se è vero infatti che in genere, le problematiche che si erano evidenziate nel primo matrimonio, poi finiscono con il riemergere anche nel secondo rapporto, portandolo alla chiusura, tuttavia in alcuni casi, ciò non si verifica.
Talvolta, invero, un difetto caratteriale che aveva portato al fallimento dell’unione, apparendo inammissibile per una donna, di contro possa essere sopportabile da un’altra.
Si pensi per esempio al soggetto che si separi per incapacità di amministrare i propri beni,   di gestire il danaro e simili, pur apparendo magari una persona attraente sotto altri aspetti.
In questo caso ove l’interessata goda di un reddito adeguato e sia in grado di aiutare economicamente il partner, renderà meno rilevante la problematica compensandola con le proprie possibilità e con il poprio controllo.
Così un altro soggetto dedito anima e corpo al lavoro, che non ha partecipato attivamente nel menage familiare, portando l’unione al fallimento, può divenire interessante per altra donna, anch’essa coinvolta nell’attività lavorativa.
Di norma tuttavia statisticamente, le relazioni con soggetti separati spesso finiscono con il fallire per le stesse problematiche che avevano portato al fallimento del primo matrimonio, talchè le donne separate che contraggono un nuovo matrimonio, come si è visto, sono soltanto il 9%.
Quanto ancora alla categoria degli uomini sposati, e prescindendo da ogni valutazione etica o morale, (va messo sul piatto della bilancia anche il pregiudizio che viene portato alla precedente moglie ed alla prole), va detto che pur essendo gli uomini sensibili alle avances femminili, proprio la caratteristica di affidabilità di quelli che hanno mantenuto in essere il matrimonio, fa sì che costoro pur essendo disponibili ad un rapporto sentimentale o sessuale, per la maggioranza non sono per nulla disponibili a mandare a monte il pregresso matrimonio.
Statisticamente infatti solo una percentuale abbastanza bassa, intorno al 10%, finisce con l’abbandonare la precedente moglie per iniziare una nuova relazione sentimentale (ora il fenomeno è ravvisabile anche in età più avanzata).
Si tratta normalmente di situazioni in cui, essendo scomparso ogni feeling, il matrimonio si trascinava soltanto, e nelle quali, l’inserimento di un’altra donna, non costituisce la motivazione del fallimento dell’unione, bensì soltanto l’occasione per formalizzare un fallimento che già era esistente.
In tutti tali casi, va però sempre messo sul piatto della bilancia, il minor reddito che porterà nell’unione il nuovo compagno, a causa dell’obbligo di mantenimento che il Tribunale gli accollerà certamente per figli, e talvolta, per la precedente moglie, ove questa non abbia redditi adeguati che le consentano di mantenere il pregresso tenore di vita.
Molto spesso ci capita di assistere ad assegni di mantenimento per la famiglia precedente che, di fatto vengono pagati, dalla nuova compagna. 
La ricerca di un compagno tra gli uomini sposati, un po’ deriva dalla scarsa affidabilità di quelli separati e già scartati da precedenti donne, dall’altro, se si esaminano i libri di psicologia, rappresenta per molte donne una sfida, attribuendosi un senso di potere nell’attrarre un uomo che è già impegnato.
Inoltre la conquista di un uomo già coniugato, significa per l’interessata trionfare su un’altra donna, quindi rassicurarsi del proprio potere e delle proprie capacità ed ancora questo genere di uomo può rappresentare la sicurezza desiderata, potendo meglio soddisfare i bisogni emozionali e materiali. 
In realtà però se, come avviene frequentemente, (nel 90% dei casi) il prescelto, pur disposto al rapporto adulterino, non intende affatto separarsi e quindi iniziare stabilmente una nuova relazione, (psicologicamente si dice che gli uomini sposati considerano queste relazioni extraconiugali quasi come un gioco), la donna finisce con il dedicare buona parte della sua esistenza ad una relazione che non avrà alcuno sbocco.
D’altra parte il problema è molto sentito, basti considerare che su internet nel motore di ricerca google, alla voce “relazioni con uomini sposati” emergono circa 399.000 siti dedicati.
Quanto infine ai vedovi, una categoria poco rappresentata, dal momento che, solo un uomo su sei in Italia sopravvive alla moglie, va detto che quelli in età ancora appetibile, costituiscono una minoranza estrema, talchè nel 2009 la quasi totalità dei vedovi risposatisi, (1702 per l’esattezza), spesso con donne straniere, erano ultrasessantenni.
Un’ultima nota va fatta per ciò che riguarda i modi ed i luoghi di rinvenimento del compagno, laddove spesso le donne che si separano sono convinte in cuor loro che la situazione, come si è detto, sia la stessa di quando erano ragazze, e cioè un numero elevato di pretendenti e corteggiatori tra i quali scegliere.
In realtà la situazione è ovviamente del tutto diversa, in quanto le coppie, passati i 30 anni circa, sono già formate, e sul mercato come si è visto rimangono ben pochi soggetti maschili affidabili.
Sotto il profilo statistico, le relazioni formate tramite la rete, sono quelle con minor numero di probabilità di successo e comunque di breve durata (dati dalla Social University of America).
Più probabilità di successo, sono le relazioni iniziate in discoteche, e locali destinati agli incontri, anche se, in genere contro l’interesse della donna di creare una famiglia e cercare una relazione stabile, c’è quello dell’uomo viceversa di un rapporto soltanto fisico, occsionale o poco impegnativo.
Le maggiori probabilità di trovare l’anima gemella, sotto il profilo statistico, emergono da un cambio di atteggiamento della donna, non più in attesa di un possibile corteggiatore frequentando locali o siti internet ad hoc, ove in fondo si trovano i soggetti, meno affidabili, ma ricercando un possibile compagno in località e situazioni nelle quali l’eventuale soggetto che interessa, non vi si rechi al fine di trovare una compagna, ma per motivi di lavoro, di svago, hobbistici, culturali o simili.
Singolare è notare che le unioni più solide provengono proprio da situazioni di questo genere, vale a dire da frequentazioni di luoghi che nulla hanno a che vedere con l’incontro di anime gemelle, nei quali l’assenza di avances da parte del soggetto prescelto, viene compensata dall’incoraggiamento e dalla disponibilità mostrata dall’interessata, invertendo i ruoli.
Ci è capitato di assistere a unioni solidissime, nate in circoli di motociclisti, club di musicofili, esperti di informatica, hobbisti del fai-a-te e non da ultimo in club di pescatori.
E’ vero che alzarsi alle 6 di inverno per salire su una barca traballante con la canna da pesca e la cerata è un grande sforzo, d’altra parte, la ricerca dell’anima gemella, vale pur sempre qualche sacrificio!

FONTE