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Innovazione ma dove ??
Molte volte mi trovo a dissentire profondamente con quelle che sono le opinioni della maggioranza dell'opinione pubblica.
Ad esempio in questi anni ci hanno coperto di elogi riguardo le innnovazione apportate alle automobili, con l'introduzione delle NUOVE TECNOLOGIE !!
Se facciamo un passo indietro però molti di noi ricorderanno che la Fiat UNO 45 ES con 810 kg (motore 903cc.) consumava 4,15 lt/100 km (c.ca 24 Km con un litro) e raggiungeva la ragguardevole velocità (per l'epoca) di 140 Km/h più che sufficiente per una famiglia per andare al mare o fare un viaggio di media portata (per quanto ci siano state persone che sono andate a Capo Nord o ci abbiano fatto 350 mila Km con la propria UNO).
Al giorno d'oggi una equivalente Fiat Punto Classic, necessita di un motore di 1.200 cm cubi, con 55 Cv e velocità di poco superiore ai 150 Kmh consuma 5,7 litri/100 km nel ciclo combinato (quasi 2 litri precentuali in più), ed un peso di ben 1090 . L'abiltabilità è pressoche identica, ed il fascino della UNO non si discute.
Grazie agli ultimi studi si è scoperto che anche la famigerata benzina con il piombo non era poi così male, in quanto il piombo una volta bruciato tendeva a rimanere nello scarico (e quindi in un eventuale riciclaggio veniva fuso nuovamente) oppure cadeva sul manto stradale, unendosi all'asfalto e rimaneva li' creando pochi danni all'ambiente al contrario di quanto ci hanno raccontato per anni.
Ora per contro siamo impesati da PM10 e da altre polveri sottili non misurabili, valutate voi l'impatto sull'aria che respiriamo.
Ma l'innovazione non si ferma !!
A seguire BMW e idrogeno ..
Mi è toccato spedire una lettera, una semplice busta imbottica con dentro un CD per la mia fidanzata e, purtroppo, non avevo i francobolli, quindi m'è toccato recarmi all'ufficio postale (di pomeriggio è aperta soltanto la sezione centrale) di Pisa, città in cui al momento vivo.
Ahimè, già appena entrato ho notato l'infernale bolgia di clienti, divisi tra correntisti ed anonimi fruitori del servizio, tutti accaldati ed in cerca di un pò di frescura, chi sostando vicino all'ingresso, chi girovagando per l'area d'attesa sperando di beccare quell'alito di vento proveniente dalle finestre, i più rassegnati occupavano i posti a sedere.
Mentre notavo con quanta lentezza gli impiegati servissero i clienti, vedo alzarsi l'addetta al mio sportello e sparire, stava servendo un ragazzo sulla trentina, che, sulle prime, mi è parso provenire dall'europa orientale.
Dopo circa 20 minuti, la signora è tornata allo sportello con carta da pacchi, nastro e forbici, il ragazzo doveva spedire due pacchetti ma, essendo straniero, non conosceva le richieste dei nostri uffici, che non spediscono pacchetti non avvolti in qualche tipo di carta.
Dopo aver fornito i dati per la spedizione, il ragazzo si attendeva due ricevute, una per ogni pacchetto, ma l'impiegata gliene ha fornita soltanto una. Lui ha cercato di chiedere l'altra, ma il suo italiano non è stato sufficiente, così si è voltato spaesato, cercando nella sala qualcuno che lo aiutasse.
Ero dietro di lui ed in inglese mi sono offerto di dargli una mano, così ho scoperto che era tedesco e che mi ero sbagliato sulla sua nazionalità. In ogni caso gli faccio da interprete e spiego all'impiegata che lui sta chiedendo la seconda ricevuta, lei mi risponde che per la spedizione con "pacco ordinario, la ricevuta non è prevista".
Il ragazzo sconsolato mi saluta con un sorriso e va via.
Prima che ciò accadesse, stavo notando il rito che intercorre tra un cliente e l'altro: ogni volta che hanno terminato di servire qualcuno, gli impiegati non fanno scattare il numero per servire il cliente successivo, ma temporeggiano, controllano carte, si alzano, mettono a posto pacchi, oppure chiedono qualcosa a qualcuno che passa loro dietro o, ancora, scambiano 4 chiacchiere con i colleghi. Poi tornano a sedersi e, con estrema lentezza (sembra di guardare un rallenty) muovono il dito verso il pulsante che fa avanzare il contatore.
La velocità arriva soltanto quando al numero chiamato non corrisponde cliente, allora inizia il balletto dei numeri che si susseguono a velocità supersonica, quasi che, quando chiamato, il cliente in attesa debba precipitarsi allo sportello in un battito di ciglia, pena la perdita del turno.
Spazientito, ma per certi versi ironicamente divertito dal rito, ho cercato di cronometrarlo al meglio che potevo, beh, tra un cliente e l'altro, si arriva anche ad aspettare 5 minuti prima che il numeretto scatti di nuovo.....
Non c'è che dire, viva l'(in)efficienza italiana!
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